Agosto 5, 2021
In ambito aziendale, molto spesso, la diversificazione d’impresa viene anche definita come inclusive procurement, ovvero il processo di differenziazione della catena di approvvigionamento di una Azienda soprattutto grazie alla selezione ed integrazione di nuovi fornitori.
Tali supplier, nello specifico, vengono selezionati non solo perché possano svolgere un lavoro migliore rispetto ad altri ma perché possano farlo anche in maniera più innovativa e, magari, perché si contraddistinguano per essere persino più piccoli in dimensioni rispetto ad altri e quindi offrire anche prezzi potenzialmente più competitivi.
Un approccio di questo tipo, infatti, secondo anche molti studi, porta le Aziende a creare una base di fornitori all’avanguardia, lungimirante e solida, ovvero un aspetto fondamentale per tutti quei Business che hanno l’esigenza di differenziarsi nel mercato potendo fornire offerte e soluzioni su misura, ossia – da sempre – uno dei grandi punti di forza delle PMI italiane e non solo.
Prima di tutto, scegliere di gestire i propri fornitori in maniera ottimizzata e, per l’appunto, diversificata, significa anche poter rispecchiare meglio i propri Clienti.
Infatti, se le grandi Aziende sono spesso capaci di offrire servizi globali e prezzi più competitivi, sono però le piccole realtà che hanno la capacità di offrire maggiore flessibilità, efficienza e – alle volte – anche una ubicazione geografica migliore rispetto a grandi player del settore.
In tal senso, scegliere di costruire la propria supply chain facendo affidamento su Aziende di grande dimensione ed anche piccole, permette di poter mettere insieme i vantaggi di entrambe ed aumentare quindi non solo la propria produttività ma anche quella importante componente di resilienza che ogni Business del nuovo millennio deve poter dire di possedere ed offrire ai propri Clienti.
In secondo luogo – al contrario – scegliere di affidarsi sempre ad un solo fornitore e quindi non puntare all’inclusività, alla diversificazione, ma piuttosto all’esclusività ed all’esclusione, potrebbe portare solo ad una gestione fornitori molto rigida, a volte inefficiente, dai costi certamente più elevati poiché assente in negoziazione, e – infine – ad un approccio chiaramente meno innovativo e competitivo.
Tra l’altro, a dimostrare questo approccio, sono anche le Pubbliche Amministrazioni che, a livello europeo, incentivano la diversificazione e lo hanno fatto mettendo a punto normative europee che prevedono che il settore pubblico e le aziende regolamentate, come quelle che ad esempio si occupano di pubblica utilità, possano selezionare i fornitori anche tra piccole o medie Aziende e quindi diversificare rispetto ai grandi player.
Per promuovere ed adottare la diversificazione d’impresa, un modo molto semplice e snello è quello di affidarsi a piattaforme di selezione dei fornitori che, in un unico strumento, mettono insieme la ricerca dei supplier, la valutazione degli stessi e, soprattutto, il processo di compliance relativo a tutta la documentazione che un futuro fornitore deve dimostrare di possedere per essere qualificato ed affidabile.