Marzo 22, 2023
REACH, acronimo di Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals, è una normativa dell’Unione Europea entrata in vigore il 1° giugno 2007.
Essa si applica a tutte le sostanze chimiche, comprese quelle utilizzate nella vita quotidiana, con l’obiettivo di migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente dai rischi derivati da sostanze pericolose e di promuovere metodi alternativi per la valutazione del pericolo delle sostanze al fine di ridurre il numero di test su animali.
Impatti della normativa REACH sulle aziende
REACH impone alle aziende l’onere della prova e la responsabilità di identificare e gestire i rischi legati alle sostanze che producono e commercializzano nell’UE, dimostrando all’Agenzia europea per le sostanze chimiche o ECHA, come il materiale commercializzato possa essere utilizzata in sicurezza comunicando le misure di gestione del rischio agli utilizzatori.
Uno degli elementi principali della regolamentazione REACH è l’obbligo, da parte di tutti i produttori ed importatori di sostanze chimiche, di presentare una registrazione all’Agenzia europea delle sostanze chimiche per ogni sostanza prodotta o importata in quantità di 1 tonnellata o più all’anno.
Nel dossier di registrazione, le aziende, devono identificare i rischi legati alle sostanze che producono e commercializzano e indicare come gli eventuali rischi derivati vengono gestiti.
È dunque necessario, per un azienda, avere visibilità sulla sua catena di fornitura, in modo da sapere se nei componenti dei suoi prodotti sono presenti sostanze non in regola con la normativa REACH o comunque che fanno parte della lista Substances of Very High Concern (SVHC); nel caso di queste ultime, è necessaria una ulteriore autorizzazione da parte delle autorità per procedere alla commercializzazione.
Una lista comprensiva delle sostanze non ammesse da ECHA è disponibile al seguente indirizzo:
https://echa.europa.eu/substances-restricted-under-reach
La quantità di informazioni da processare per ogni azienda è quindi molto elevata.
Le aziende, infatti, potrebbero dover cercare dati da centinaia di fornitori per sapere quali requisiti di conformità REACH si applicano ai loro prodotti. I fornitori dovranno compilare dichiarazioni di conformità REACH dei loro prodotti e inviarle ai loro clienti.
Una volta che le aziende raccolgono queste informazioni sui prodotti dalla loro catena di fornitura, devono poi completare la documentazione appropriata per rispettare i requisiti di divulgazione del regolamento REACH.
Come fare domanda per la certificazione REACH
- Determinare se la sostanza richiede l’autorizzazione: Solo alcune sostanze pericolose elencate nell’Allegato XIV di REACH (accessibile all’indirizzo: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32017R0999&from=IT) richiedono l’autorizzazione.
- SIEF: Se la tua sostanza è elencata nell’Allegato XIV, potrebbe essere utile formare un Forum di scambio di informazioni sulla sostanza (SIEF). Questo forum è un gruppo di aziende che producono o importano la stessa sostanza. Il SIEF condivide dati e informazioni per evitare di duplicare le application. (https://echa.europa.eu/documents/10162/17223/data_sharing_fact_sheet_en.pdf/f84f1135-e0d4-42a9-be8f-81e9fc726aa0).
- Raccogliere i dati: è necessario raccogliere dati sui pericoli e i rischi della sostanza, comprese informazioni sull’esposizione, sull’uso e sulle possibili alternative.
- Preparare la domanda: La domanda dovrebbe includere tutte le informazioni richieste da REACH, come una relazione sulla sicurezza chimica, un’analisi socio-economica e un’analisi delle alternative. La domanda dovrebbe anche illustrare le metodologie di controllo sui rischi della sostanza.
- Inviare la domanda: La domanda deve essere inviata all’ECHA tramite il sistema REACH-IT. (https://reach-it.echa.europa.eu/reach/).La tariffa della domanda varia a seconda della quantità di sostanza.
- Consultazione: L’ECHA e altri Stati membri dell’UE avviano una valutazione della domanda e potrebbero richiedere eventuali integrazioni o chiarimenti.
- Autorizzazione: Se la domanda viene approvata, l’azienda riceve un’autorizzazione che specifica le condizioni in cui la sostanza può essere utilizzata. L’autorizzazione può includere restrizioni o condizioni per garantire che i rischi siano controllati.
È importante notare che il processo di autorizzazione può essere complesso e richiedere molto tempo, e potrebbe richiedere l’aiuto di un consulente o di un avvocato.
La conformità RoHS (Restriction of Hazardous Substances) nota anche come Direttiva 2002/95/CE, ha avuto origine nell’Unione Europea e limita l’uso di determinate sostanze pericolose presenti nei prodotti elettrici ed elettronici (noti come EEE). Tutti i prodotti applicabili presenti sul mercato dell’UE dopo il 1 luglio 2006 devono essere conformi alla RoHS. La direttiva RoHS impone restrizioni sull’uso di sei sostanze pericolose, inclusi il piombo, il mercurio, il cadmio, il cromo esavalente, i PBB e i PBDE.
La RoHS si applica anche all’industria metallurgica per qualsiasi applicazione di placcatura metallica, anodizzazione, cromatura o altre finiture su componenti EEE, dissipatori di calore o connettori.
Per ottenere la conformità RoHS, i produttori devono garantire che i loro prodotti soddisfino i requisiti della direttiva RoHS. Ciò può includere l’adozione di processi produttivi che limitano l’uso di sostanze pericolose, il controllo della catena di approvvigionamento per garantire che i materiali utilizzati siano conformi alla direttiva RoHS e l’etichettatura dei prodotti per indicare la conformità RoHS.
La conformità RoHS viene spesso verificata attraverso test e analisi dei materiali utilizzati nei prodotti elettronici. Le aziende che non rispettano la direttiva RoHS possono subire sanzioni, tra cui multe e il divieto di commercializzare i propri prodotti nei mercati in cui tale conformità è obbligatoria.
Evoluzione della normativa
La compliance RoHS è stata oggetto di diverse evoluzioni nel corso degli anni. Inizialmente, la Direttiva RoHS originale (2002/95/CE) limitava l’uso di sei sostanze pericolose nei prodotti elettrici ed elettronici. Successivamente, RoHS 2 (2011/65/UE) ha ampliato la portata della direttiva per includere tutti gli equipaggiamenti elettrici ed elettronici, i cavi e le parti di ricambio. RoHS 2 è anche diventata una direttiva per la marcatura CE, richiedendo la conformità RoHS per la marcatura CE dei prodotti.
Infine, RoHS 3 (Direttiva 2015/863) ha aggiunto quattro nuove sostanze restrittive, noti come ftalati, alla lista originale di sei sostanze, così come la categoria di prodotti 11.
L’evoluzione della RoHS riflette l’attenzione crescente sulla sicurezza dei prodotti elettronici e l’impatto ambientale dei materiali usati nella loro produzione. La direttiva RoHS continua a evolversi per mantenere la sicurezza dei consumatori e l’ambiente.
Come fare domanda per la certificazione RoHS
Per ottenere la certificazione RoHS, è necessario seguire questi passaggi:
- Identificazione e verifica delle categorie: è necessario identificare le categorie di prodotti soggette alla direttiva RoHS e verificare se il prodotto rientra in una di queste categorie: In genere, i prodotti elettronici e di telecomunicazione sono soggetti alla direttiva RoHS, ma è importante verificare la lista completa delle categorie di prodotti. Inoltre, se il prodotto contiene componenti che non sono soggetti alla direttiva RoHS, è necessario assicurarsi di tenerne traccia per dimostrare la conformità globale dello stesso.
- Richiesta certificazione agli enti preposti: Contattare un ente di certificazione riconosciuto, come ad esempio TÜV SÜD o SGS, per richiedere la certificazione RoHS.
- Presentare la documentazione richiesta dall’ente di certificazione: questa documentazione che può includere una descrizione dei prodotti, i risultati dei test sui materiali e i certificati di conformità dei fornitori.
- Sottoporsi ad un’ispezione e un’audizione dell’ente di certificazione: necessaria per verificare che i prodotti soddisfino tutti i requisiti RoHS.
- Rilascio: Una volta superata l’ispezione e l’audizione, l’ente di certificazione rilascia la certificazione RoHS per i prodotti in questione.
È importante notare che la certificazione RoHS deve essere rinnovata periodicamente, in quanto la conformità dei prodotti può cambiare nel tempo.
La legislazione REACH controlla i rischi associati alle sostanze chimiche durante l’intero ciclo di vita e si applica a tutte le sostanze, mentre RoHS è una legislazione verticale specifica del prodotto che si concentra sulle sostanze pericolose negli apparecchi elettrici ed elettronici (EEE).
Una delle principali differenze tra RoHS e REACH è che REACH è molto più ampia di RoHS. Mentre RoHS copre solo sei materiali pericolosi e si concentra su quelli utilizzati nella produzione di elettronica, REACH mira a controllare l’uso di migliaia di sostanze e non è limitata all’industria dell’elettronica.
La mancata conformità a queste normative può comportare multe elevate e richiami di prodotto, con conseguente danno di reputazione per i fornitori, i produttori e i marchi coinvolti.
REACH è disciplinata dalla Commissione Europea, mentre RoHS è implementata dai singoli stati membri dell’UE, determinando una variabilità delle politiche di applicazione e delle sanzioni tra i paesi. In caso di violazione di REACH o RoHS, si possono subire sanzioni pecuniarie e/o incarcerazione, le aziende sono tenute a conoscere e rispettare le leggi applicabili, e non possono evitare le conseguenze di eventuali violazioni affermando di non sapere o di non aver agito con la dovuta diligenza.
Per eseguire una campagna REACH e RoHS sui fornitori, è necessario innanzitutto sviluppare una lista di fornitori e produttori di parti elettroniche. Successivamente, si deve comunicare con loro attraverso la creazione di un documento informativo che spieghi le richieste di conformità REACH e RoHS. Si deve anche stabilire un sistema di monitoraggio per assicurarsi che i fornitori e produttori rispettino le normative. Inoltre, è importante prevedere eventuali sanzioni per i fornitori che non rispettano le norme REACH e RoHS, e assicurarsi che ci sia una comunicazione chiara e trasparente con i fornitori durante l’intero processo. Infine, si dovrebbe considerare l’utilizzo di strumenti elettronici per semplificare il processo di monitoraggio e comunicazione con gli stessi.
Gli step da intraprendere potrebbero essere i seguenti:
Piattaforma avanzate, come niumActive, possono aiutare le aziende a gestire e monitorare la conformità REACH e RoHS semplificano il processo di identificazione dei materiali e dei produttori che non sono conformi alle due normative, aiutando a monitorare i dati di conformità dei fornitori e a mantenere un archivio di documentazione di conformità. Inoltre, una piattaforma può aiutare a monitorare le scadenze di conformità e a garantire la conformità continua, riducendo il rischio di multe e di richiami di prodotto.